RESTAURO E RICOLLOCAMENTO 07.07.12 COME ERA E COME É Il dipinto, con cornice coeva, ascrivibile alla bottega dei De Musso di Giovinazzo attivi nella seconda metà del XVIII secolo, è un olio su tela di forma centinata che misura m 1.30 x 2.00. E’ raffigurata la scena della Visitazione della Vergine Maria alla cugina Elisabetta durante la gravidanza di quest’ultima. Il dipinto fu donato dalla famiglia Carafa alla chiesa delle Sacre Stimmate e originariamente era posto sull’altare maggiore della stessa chiesa. Da un’iscrizione apposta nel margine inferiore della tela risulta che questa fu restaurata nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni della Madonna di Lourdes. Lo stato di conservazione del dipinto era precario, il supporto tessile formato da una vela con due pezzature in fibra di canapa era montato su un telaio di tipo fisso ormai deteriorato e fatiscente che non permetteva più una buona tensione della tela. Nella parte anteriore il quadro risultava molto disidratato con problemi di adesione e coesione della pellicola pittorica al supporto tessile; in particolare nella zona inferiore e nelle parti marginali del dipinto erano evidenti numerose cadute di colore. L’intera superficie pittorica era ricoperta da un pesante strato di polvere e sudiciume che occultava la reale cromia dell’opera. Trasportato il dipinto nel laboratorio di restauro, si è proceduto ad una preliminare velinatura della pellicola pittorica per evitare eventuali traumi durante le operazioni di smontaggio. La pulitura della pellicola pittorica è stata eseguita in accordo con la D.L. mediante l’utilizzo di dimetilformammide molto diluito; successivamente il dipinto è stato smontato dal vecchio telaio e pretensionato su di un piano per dare inizio all’operazione di pulitura del supporto dal retro. Questa operazione è avvenuta con l’ausilio del bisturi ricurvo a lama fissa e cartavetro finissima. Per il consolidamento si è proceduto con spennellatura di colla animale date dal retro. In seguito il dipinto è stato predisposto per una foderatura a collapasta secondo il metodo fiorentino utilizzando una pattina in lino L13 rinforzata. Dopo questa operazione il dipinto, ancora velinato, è stato montato su di un nuovo telaio realizzato in abete provvisto di un dispositivo a dilatazione regolabile. Le stuccature delle lacune sono state realizzate con uno stucco a base di gesso di Bologna e colla animale. Una volta rasate queste si è poi passato ad una verniciatura preliminare con una vernice mastice diluita data a pennello; l’integrazione pittorica è stata effettuata con colori ad acquerello come base e rifinita a vernice con la tecnica del tratteggio secondo le indicazioni fornite dalla D.L. Infine il dipinto è stato protetto da una vernice retoucher data a spruzzo. Una volta stuccata questa è stata integrata con la tecnica della doratura a guazzo secondo l’antico metodo di esecuzione ed è stata fissata sul dipinto mediante l’utilizzo di piccole piastrine in alluminio avvitate direttamente sul nuovo telaio in modo da non intaccare il supporto tessile. I RESTAURATORI: LUIGI VALERIO IACCARINO e GIUSEPPE ZINGARO DOVE ERA COLLOCATA …
… È FATICOSAMENTE RITORNATA |